Storia di Oscar Wilde, adattamento teatrale di Miriana Ronchetti iscritta come autrice alla SIAE con posizione autore 95069
Durata circa 70’
Personaggi : 10 ( adattabile)
Trama
Il racconto si svolge in Inghilterra, alla fine dell’Ottocento. Hiram Otis è un politico americano che, seguendo la moda dell’epoca, acquista un castello inglese per trascorrervi le vacanze. La famiglia Otis è composta oltre che da Hiram, dalla moglie Lucrezia, ex bella ragazza della crème americana, dal figlio maggiore Washington, molto attaccato al denaro, da Virginia, timida sedicenne e dai due terribili gemelli Tim e Tomb. Il castello acquistato dagli Otis è naturalmente infestato dal fantasma di Sir Simon, scorbutico nobiluomo del tardo cinquecento, costretto a passare l’eternità tra le mura del castello finché l’antica profezia non verrà compiuta. Questa profezia riguarda una giovane dall’animo puro che dovrà versare lacrime per un peccatore. Subito si crea tra gli Otis e il fantasma una sorta di ostilità fatta di scherzi e trucchi più o meno macabri. In particolare il motivo del contendere è la macchia di sangue sul tappeto del salone. Questa macchia è il ricordo di dove cadde la sposa di Sir Simon, Lady Eleanore, uccisa dal marito in un momento di collera perché incapace di attendere alle faccende domestiche. Washington è un fautore del super smacchiatore Pinkerton, e con questo si adopera per detergere la macchia. A nulla valgono gli avvertimenti della governante, Mrs. Umney. La macchia puntualmente ritorna. Mentre la famiglia stabilisce legami di buon vicinato coi nobili locali, Virginia passa molto tempo tra le mura del castello, in compagnia della governante. È l’unica cui sembra importare realmente della sorte di Sir Simon e anche l’unica che veda in lui del buono. Trascorre diverso tempo e il castello subisce modifiche sostanziali: perde quel suo stato di lugubre residenza inglese e diventa una casa di campagna americana, con tendine e enciclopedie colorate. Il fantasma, da tempo vittima degli scherzi dei terribili gemelli, si fa vedere solo una sera alla settimana, cercando di sfuggire alle angherie dei familiari di Virginia. Virginia è stata fidanzata con un nobile del vicinato, Lord Canterville, ma non l’ha ancora visto. Un giorno, durante l’assenza dei suoi familiari, la ragazza trova un passaggio segreto che la conduce alla cripta dove fu murato Sir Simon. Da qui nasce un rapporto compassionevole col fantasma che porterà la giovane a versare lacrime per l’anima tormentata del fantasma e a compiere l’antica profezia. A questo punto il testo del racconto differisce con le versioni teatrali che ne sono scaturite. Nella versione teatrale Virginia (che ovviamente somiglia alla defunta moglie di Sir Simon) torna dal mondo dei morti, dopo aver “salvato l’anima” del fantasma e si ricongiunge con la sua famiglia. Quindi compare il promesso sposo, Lord Canterville, che è il medesimo attore del fantasma, quasi a voler stabilire un rapporto ultraterreno tra le due anime. Il racconto invece si sposta ancora più avanti e ritroviamo Virginia in età adulta, con figli a sua volta. Il marito, Lord Canterville le chiede di raccontare ciò che ha visto nell’aldilà, ma ella gli nega questa curiosità, lasciandoci con il dubbio del mistero.
ANTEPRIMA : IL FANTASMA DI CANTERVILLE
Prologo a sipario chiuso, voci fuori campo, dapprima confuse, poi…suona un telefono
Mr. Otis …Lucrezia ?…ciao tesoro, ce l’abbiamo fatta, la ricerca è giunta al capolinea. Ho deciso…compro tutto, mobili e fantasma in blocco….stai tranquilla, nessun fantasma…e con tutti i nostri intraprendenti giovanotti che vi ridipingono a nuovo questo vecchio mondo sono sicuro che se esistesse un fantasma in Europa non esiterebbero a prenderlo e ad esporlo in un bel museo americano…non credi ??
Mrs Otis- Non c’è proprio che dire….terra di segreti e di misteri… non c’è che dire! Sono felice…finalmente…
Mr Otis (ironico) Un castello con fantasmi…di sicuro una degna dimora per un ministro repubblicano quale io sono.
Mrs Otis- Si caro…hai sempre delle idee…come dire…originali…penso proprio che non ci annoieremo. Torna a casa in fretta …non vedo l’ora di fare le valigie…
Mr. Otis- ti prego…con moderazione…
Mrs Otis- stai tranquillo …mi limiterò a cinque o sei valige…tte…
Musica – Apertura sipario- Un tetro castello Inglese.
Quadro I
(interno castello)
Mrs Umney: – Lucille, Lucille benedetta ragazza, ma dove si sarà cacciata ? (pausa) Lucille… Luuuuciiiilleeeeee!!!
Lucille: – Mrs Umney, eccomi eccomi, stavo controllando le stanze per accogliere i nuovi padroni (si liscia il vestito)
Mrs U.: – Signorina Lucille (le gira intorno) parliamoci chiaramente, io sono la governante di questa casa, esigo – dico – esigo che non si prendano iniziative di cui io non sia stata messa a conoscenza.
Lucille: – Certo signora.
Mrs U.: – Questa casa deve brillare non solo di pulizia ma soprattutto – dico – soprattutto in ordine, disciplina, obbedienza, de-co-ro. Avete voi queste caratteristiche? Dalle referenze che avete parrebbe di sì.
Lucille: – Certamente Mrs Umney, certamente.
Mrs U.: – Ordine! Non voglio trovare un capello fuori posto
Lucille: – Sissignora, metterò una cuffietta più pesante e nessun capello mi volerà sulla fronte!
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(in scena Timb parla da solo, tutto soddisfatto, con un notes fra le mani e una penna)
Timb – …secondo i miei calcoli il fantasma appare ogni mercoledì… egli è come costretto almeno una volta a settimana a fare un’apparizione lungo i corridoi…cammina piano per non farsi sentire e ho anche il sospetto che usi l’olio Pinkerton per le catene ; oggi è mercoledì e questa notte lo intrappolo; il mio piano è perfettoil fantasma non ha via di scampo
(Timb gira attorno guardando dalle varie uscite che non arrivi nessuno- dopo poco dalle camere arriva la signora Umney)
Umney – (vedendolo in atteggiamento furbesco) Timb… cosa stai facendo ?
Timb – …Carissima signora Umney come va ?… eh…? Come va??
Umney – Cosa…come va…cosa ?
Timb -…. la vedo un po’ stanca (guarda l’ora)..le dieci e trenta… è tardi e chissà come sarà stanca lei,.. avrà lavorato molto eh eh ….e avrà sonno ..perché non va a dormire ..la sua stanza è di sopra …è stanca eh…vero?
Umney – Ma cos’hai Timb…
Timb – Io.. io, niente… Uuh Uuh (tossisce) Uuh Uuh… (tossisce guardando verso la cucina)
Umney – Caro, non stai bene?
Timb – Ecco… sì…no… non sto bene ho una tosse …canina…Uuh Uuh
Umney – Che strana tosse (la Umney fa per passare ma Timb le impedisce il passaggio) hei… mi fai passare o no ?
Timb – …perché vuole andare in cucina … ma perché vuole andare in cucina?
Umney – Voglio preparare della camomilla e..
Timb – Camomilla ??! ma perché… a cosa serve… chi la vuole…camomilla??
Umney – Sai benissimo che tuo padre dopo cena prima di andare a dormire ne beve sempre un po’
Timb – … già! sì è vero, però…uhm…già…
Umney – Però basta!! fammi passare !(lo sposta , per entrare)
Timb – Signora Umney…
Umney – cosa c’è ancora…
Timb – (mielosamente) Non è che potrebbe andare sopra a prendere nel beauty della mamma lo sciroppo del dottor Pinkerton per la mia… tossettina? (tossisce)
Umney – … non puoi andarci da solo? Hai male alle gambe?
Timb – (con voce innocente) …mamma non vuole che frughi tra le sue cose
Umney – tesoro… tu non ne saresti mai capace…vero??
(si avvia verso l’uscita camere)
Timb – Grazie
Umney – (uscendo) Questi bambini di oggi si ammalano così facilmente…
(da dentro) Lo sciroppo Pinkerton è finito… va bene anche quello del dottor Dubble (entrano contemporaneamente la Signora Umney dal corridoio
Umney -.. beh , almeno se sta poco bene, non combinerà guai (esce)
(Entrano dall’ingresso Hiram e Washington)
Hiram – Allora… Washington come ti senti dopo il tuo debutto nella società inglese
Washington – Bene sono molto contento… ho conosciuto parecchi nobiluomini di una ricchezza immensa e non ho esitato a parlare con loro a proposito di certe idee che ho in mente…
Hiram – mio caro… hai il fiuto degli affari… sei nato per queste cose, come me del resto. Questo castello ne è la prova … ho fatto proprio un affarone
Washington – …e io ho ricavato un bel gruzzoletto vendendo quei libri antichi
Hiram – e io ne ho fatto subito un altro, comprando in blocco questa enciclopedia che non so di cosa parli, ma si intona benissimo con l’ambiente…cosa dici ? Oh, scusa, …spesso mi parla…il fantasma… all’orecchio…( tende l’orecchio) uff ! che noia non fa altro che lamentarsi…dice che ho fatto male ad acquistare l’enciclopedia…
Washington – …ma cosa avrà poi da lamentarsi…vive qui , non paga nemmeno l’affitto… che ingrato (entrano Lucrezia e Virginia)
Lucrezia – Virginia non ti capisco… ti ho comprato un vestito giusto per il ballo…nastri e fiocchi…pettinatura adeguata… era pieno di giovani che sarebbero stati lieti di ballare con te e tu… niente, sei rimasta seduta tutta la sera assorta nei tuoi pensieri… non ti capisco
Virginia – mamma…non puoi capire…
Lucrezia – Ho capito, stavi pensando al figlio del conte,è un vero peccato che non sia ancora tornato dalla residenza estiva
Virginia – Io direi…che è una fortuna
Lucrezia – Ci risiamo! E neanche lo conosci…
Virginia – Beh io….
Lucrezia – Questa è colpa della signora Umney, io ti avevo detto di non darle retta ma tu… niente! ti fermi ogni sera a parlare con lei… chissà poi cosa è capace di raccontarti
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