Benvenuti nel mio mondo, quello della scrittura e del teatro
Ho iniziato a “fare e scrivere teatro” all’età di quattro anni, con un bel piatto di patate arrosto sulle ginocchia. Credo di aver iniziato in quella giornata del 7 agosto, giorno del mio compleanno, seduta su una panchina di sasso mentre aspettavo mio padre, dipendente comunale, che tornava dal lavoro. Quarantacinque anni al Comune di Como…allora una Casa del popolo fantastica! La mia casa era vicina alla fermata della filovia e a me sembrava così naturale uscire con il piatto fra le mani, con la bavaglia al collo, camminare spettinata, con i piedi nudi per la via ciottolata animata da qualche ciuffo d’erba, fino a quella panca. Là, su quel fantastico sedile di pietra, ho iniziato ad amare i miei simili, osservare le persone che passavano e i loro volti, il loro modo di camminare… così, per abitare il tempo; li imitavo e mi divertivo, mi immaginavo delle cose sulle loro vite, davo a loro un nome, una storia nella quale potessero vivere, diventavano i miei personaggi… e li amavo, mi facevano compassione e ancora non sapevo cosa fosse questo sentimento. Spesso piangevo nel vedere certe persone, che faticavano a camminare o che avevano sul volto un’espressione triste. Ogni tanto qualche persona si fermava a guardarmi e sorrideva.
Un giorno una signora mi chiese: “che fai … reciti?”. Strana domanda…cosa voleva dire “recitare “? Forse era un’offesa… Io, con gli occhi sgranati, risposi:” … mi piace! … puoi provare anche tu…non costa niente, basta lasciare entrare quei personaggi”. Pensavano fossi pazza. Lo stesso gioco lo realizzavo in Sicilia, la terra di mia madre, dove il tempo e le cose avevano un’altra misura, che mi porto nel cuore con fierezza. Quello era per me il più bel gioco del mondo! E ancora adesso è così. Per me scrivere e recitare ha sempre voluto dire: “dire il vero del nostro voler essere, ed essere il vero”.
Tornata a casa ripetevo quella smorfia o quel sorriso che si erano stampati nella mia mente e nel mio cuore, come fotografie. Mi ritrovavo a ridere, rattristarmi, piangere, fare scenate assurde solo per liberarmi da emozioni soffocate. Iniziava allora il mio cammino nel teatro, in quell’archivio di emozioni, suoni, parole, odori, fantasie che mi avrebbero aiutata ad ingannare momenti di solitudine e sconforto; prendeva così forma quel mondo meraviglioso, quel mio teatrino personale, nel quale ancora oggi trovo l’ancora di salvezza e di allegria a questa vita spesso noiosa, irritante, disumana, sempre più lontana “dall’umano sentire”. Oggi insegno” la mia” recitazione, scrivo commedie, lavoro come organizzatrice dei miei spettacoli e quelli di amici artisticamente seri; tento di vivere con la mia passione, cercando di intrappolare tutti nella mia rete irreale- reale ma sovente mi siedo da qualche parte, con un piatto fra le mani a guardare le trame di questo mondo…
Amo lavorare e vivere con chi si trova sulla mia traiettoria di pensiero, con chi crede che l’amore e la passione siano i perni attorno ai quale gira il “tutto”.