Storia teatrale di Miriana Ronchetti iscritta come autrice alla SIAE con posizione autore 95069
Durata circa 60’
Personaggi : 10 ( Adattabile )
Spettacolo di tecnica attoriale, figura e ombre.
Rappresentabile da ragazzi dai 6 anni in avanti
Trama
Io amo le fiabe , le favole, tutto ciò insomma che non corrisponde alla realtà che viviamo. Le favole esistono in tutti i paesi del mondo.
Le fiabe sono lo specchio del mondo e della vita, in queste fiabe e favole africane, vengono evidenziati i caratteri e le tradizioni tipiche di popoli gioiosi ma allo stesso tempo a contatto con dure realtà. Sono fiabe su uomini africani, animali d’africa, sulla gente e sui popoli, su gioia e disgrazia.
Nella rappresentazione di questa fiaba speriamo possiate trovare tanti spunti per comprendere la ricchezza di un continente ricco di storia, cultura e tradizioni.
Noi occidentali conosciamo soprattutto quelle che ci vengono raccontate nel periodo dell’infanzia e per la maggior parte sono fiabe dei nostri luoghi.
Ma anche in paesi così lontani da noi, come abitudini e tradizioni, esistono le fiabe;e sono fiabe speciali che devono essere capite perché in quelle terre , gli uomini hanno valori diversi dai nostri ; da noi troppo concentrati sulla materialità elle cose.
Molti dei racconti africani narrano i perché di aspetti della natura o di usi umani.
In queste antiche fiabe
ANTEPRIMA : BELLE FIABE AFRICANE
La giraffa vanitosa 1 (una favola etnica proveniente dall’Africa) Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedeva. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri dicendo: – Guardatemi, io sono la più bella. – Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta. Un giorno la scimmia decise di darle una lezione. Si mise a blandirla con parole che accarezzavano le orecchie della giraffa: – Ma come sei bella! Ma come sei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere… – E così dicendo, la condusse verso la palma della foresta. Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che stavano in alto e che erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancor di più, non riusciva a raggiungere il frutto. Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad afferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa: – Vedi, cara mia, sei la più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri animali. La giraffa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a rispettarli.
Il Sole e la Luna
Tanti anni fa il sole e l’acqua erano grandi amici, entrambi vivevano insieme sulla terra. Il sole andava a trovare l’acqua molto spesso, ma l’acqua non gli contraccambiava mai la visita. Alla fine il sole domandò all’acqua come mai non andava mai a trovarlo a casa sua. L’acqua rispose che la casa del sole non era sufficientemente grande, e se lei ci andava con i suoi famigliari, avrebbe cacciato fuori il sole. Poi l’acqua aggiunse:
– Se vuoi che venga a trovarti, devi costruire una fattoria molto grande, ma bada che dovrà essere un posto sconfinato, perché la mia famiglia è molto numerosa e occupa un molto spazio.
Il sole promise di costruirsi una fattoria molto grande, e subito tornò a casa dalla moglie, la luna, che lo diede ospitalità con un ampio sorriso quando lui aprì la porta. Il sole disse alla luna ciò che aveva promesso all’acqua, il giorno dopo incominciò a costruirsi una fattoria sconfinata per ospitare la sua amica. Quando essa fu pronta, chiese all’acqua di venire a fargli visita il giorno seguente. Nel momento in cui l’acqua arrivò chiamò fuori il sole e gli domandò se poteva entrare senza pericolo, e il sole rispose:
– Sì, entra pure, amica mia.
Allora l’acqua cominciò a riversarsi, accompagnata dai pesci e da tutti gli animali acquatici. Poco dopo l’acqua arrivata al ginocchio domandò al sole se poteva ancora entrare senza pericolo, e il sole rispose: – Sì
L’acqua seguitò a riversarsi dentro. Allorché l’acqua era al livello della testa di in uomo, l’acqua disse al sole: – Vuoi che la mia gente continui ad entrare?
Il sole e la luna risposero: – Sì.
Risposero così perché non sapevano che altro fare, l’acqua seguitò ad affluire, finché il sole e la luna dovettero rannicchiarsi in cima al tetto. L’acqua si rivolse al sole con la stessa domanda, ma ricevette la medesima risposta, e la sua gente seguitava a riversarsi dentro, l’acqua in breve sommerse il tetto, e il sole e la luna furono obbligati a salire in cielo, dove da allora sono rimasti.