COPIONI PER TUTTI
Storia teatrale di Miriana Ronchetti iscritta come autrice alla SIAE con posizione autore 95069
Durata circa 80’ in 3 atti
Personaggi : 3
Una commedia comico-riflessiva per non dimenticare, bella, ambientata nel primo dopo guerra, basata sulle canzoni della radio degli anni ‘40 .Trama
“ L’illusione a volte può aiutare a vivere anche per poco un periodo della vita”. La commedia accompagnata dalle belle canzoni della radio degli anni ’30 e ’40 è ambientata nell’immediato dopoguerra , nel 1945. Due giovani donne senza arte né parte, Ginetta e Carmela, si incontrano per caso davanti ad un piccolo locale che entrambe vorrebbero prendere in affitto. Decidono di condividerlo e insieme cercano un lavoro . Non trovando nulla ed essendo senza una lira si affidano alle proposte di un uomo che si presenta come un agente di Cinecittà ; un agente che vuole ingaggiarle come soubrette. Qui inizia l’illusione delle due che credono di poter dare una svolta alla loro vita pur non sapendo muovere un solo passo di ballo. Per giorni si chiudono in casa e provano, tentano, fanno di tutto per “ cavarsela” , per superare il provino che potrebbe dare loro una vita decente e decorosa. L’illusione si insinua nelle loro vite. Quando l’agente di Cinecittà , tale Marcello Lattanti, ritorna a vedere il lavoro preparato dalle due giovani, non riesce a non smascherare la sua vera identità. La buona volontà delle brave ragazze lo commuove . Si scopre così essere un “ venditore di illusioni” che, nella sua assurda convinzione di vivere distribuendo illusioni a chi ne ha tanto bisogno, riesce a trascinare anche le due donne, persuadendole a fondare una società Ma.Gi.Ca. S.P.I ovvero Marcello Ginetta Carmela Società per Illusi. Una storia bella, un po’ antica, commovente ma comica, assurda e un po’ surreale che ripercorre il periodo del dopoguerra dove , solo con una piccola illusione, si poteva ancora sperare di fare felice qualcuno anche solo per un poco.ANTEPRIMA : 1945 VENDESI ILLUSIONE
1945 vendesi illusione anteprima
GINETTA Carmela Esposito di …Milano?
CARMELA Mio padre era di Capri; io sono nata lì, ma lui non l’ho mai conosciuto…è morto in guerra. Sono cresciuta con i parenti di mia madre, al nord. E’ morta l’anno scorso.
GINETTA Anche tu, non sei molto fortunata…
CARMELA Bene, si è fatto tardi…allora vado…( e resta)…questa notte vedrò di arrangiarmi da qualche parte.
GINETTA Se vuoi puoi restare qui. Ci sono due letti. Anch’io cerco un lavoro; potremmo dividere la stanza e le spese per un po’ di tempo…poi si vedrà.
CARMELA Sei sicura di volermi in questa casa con te?
GINETTA Ci terremo compagnia…
CARMELA Per il lavoro, spero di avere una risposta in questi giorni.
GINETTA Anch’io. Poi qui sistemeremo meglio…quando potremo compreremo un tavolo un po’ più grande…usato non costerà molto.
CARMELA Intanto per qualche giorno non dobbiamo pensare al mangiare.Qui dentro ho delle olive e delle cipolle.
GINETTA Ce l’hai il fidanzato?
CARMELA Proprio fidanzato, No…un amico…
GINETTA Amico? (maliziosa)…ho capito…un amico!
CARMELA Si chiama Gaspare…soffre di cambiamenti d’umore…sai, quando non lavora e non ha soldi…
GINETTA Si,si ho capito: è lunatico! Anch’io ho degli amici ma quando cominciano a soffrire di questi mali li mollo… soprattutto quando diventano appiccicosi.
CARMELA Sei una che non perde tempo.
GINETTA Ne è stato speso fin troppo…di tempo. Dai, andiamo dal signor Mario a regolare la questione della stanza.
Buio. Le due donne entrano dal mezzo del sipario chiuso, nella scena.
Canzone “ mille lire al mese”. lentamente si apre il sipario e sale gradatamente la luce.
Apertura sipario. In scena un tavolino, due sedie, una lampadina che scende sui pochi mobili e sullo sfondo una radio ben in vista.
Sul tavolo un apparecchiato per rimagliare le calze; un cestino piccolo da lavoro con dentro delle calze.
Entra Carmela con una vestaglia e i bigodini in testa.. Tiene in mano un giornale.
CARMELA(parlando a Ginetta che sta dall’altra parete della stanza e non si vede)
Stiamo spendendo tutti i soldi in giornali e non troviamo un lavoro neppure a piangere…( si siede e si mette a lavorare, intanto parla ad alta voce). La signora Marta oltretutto è un periodo che non rompe più nemmeno le calze… ma è possibile che tutti i nostri annunci non sono serviti a niente?
CARMELA Questa guerra ha fatto di tutto. Tanti si sono ammalati e troppi sono morti.
GINETTA Non solo durante la guerra: fra poco ci ammaleremo anche noi se resteremo sempre senza soldi e senza mangiare…questo lavoro non rende molto…ti stai accecando; Carmela dimmi, che lavoro vorresti fare?
CARMELA (alzando lo sguardo) non so potrei trovare un impiego presso qualche studio contabile…so usare la macchina da scrivere e conosco un po’ di stenografia; oppure potrei andare da qualche sarta: mia madre mi ha insegnato a tagliare e cucire…o in un albergo come guardarobiera…non so…proprio non so.
GINETTA (guardandola dettagliatamente) Ma dove vai? Togliti i bigodini dalla testa e la vestaglia dal corpo sfatto ( ironica); lo sai che come esci da quella porta c’è un branco di lupi pronto a sbranarti? Con tutti i brutti momenti che abbiamo passato non ti spaventerai soltanto perché abbiamo lo sfratto?
GINETTA (che sta assaporando le olive) cosa c’è…non ti piace?
CARMELA Non serve a niente…
GINETTA Serve a illudersi (mentre tenta di mangiare un’oliva con un coltello)E se sei tanto brava da crederci davvero, non sentirai più il sapore né delle olive né delle cipolle, ma i sapori che vuoi sentire.
CARMELA Per me resta sempre pane, olive e cipolla.
GINETTA Tu sei insipida…non riesci a cogliere il gusto…se solo riuscissi a capire l’importanza di queste piccole bugie che, oltretutto, diciamo a noi stesse e non ad altri, sarebbe tutto meno difficile…
CARMELA Parli così bene che sembri un libro stampato… ti ricordi di Bruno?
GINETTA Se mi ricordo… sono stata lì, lì per fidanzarmi con lui per ben due volte.
CARMELA Me lo avevi descritto come un divo del cinema che per un pelo non me ne sono innamorata… ma quando l’ho visto mi è venuto male da tanto era brutto.
GINETTA Non era brutto: era un po’ stupido, e se sei stupido sembri anche brutto.
Bussano alla porta
CARMELA Aspetti qualcuno?
GINETTA No è tu?
CARMELA No, ma non vorrei fosse il signor Mario per i soldi dell’affitto.
GINETTA Gli diciamo che non ne abbiamo, di avere pazienza ancora per un paio di giorni.
CARMELA Ma Ginetta cosa vuoi che succeda in un paio di giorni…
GINETTA Lagna…sei una lagna. Può succedere di tutto. Puoi anche cadere dalle scale, andare all’ospedale e morire.
CARMELA In quel caso avrei vitto e alloggio assicurati.
Bussano più insistentemente
GINETTA Tu stai zitta! Parlo io… intanto sparecchie la tavola… non vorreiche pensasse che navighiamo nell’oro. Chi è? (alzando la voce)
CARMELA Il signor Mario è stato molto disonesto con noi…
GINETTA Carmela sono esattamente tre mesi che abitiamo qui e non gli abbiamo dato ancora cinque lire…
CARMELA e’ per questo che voglio andarmene…oltretutto è un posto buio e umido…(si alza) Ginetta…me ne vado!
GINETTA Ascoltami non voglio che tu finisca sulla strada…così, poi…
CARMELA Ascoltami che sulla strada non ci finirò: sono stata indirizzata bene dai miei genitori. Mia madre diceva che quando un uomo perde la dignità, non ha più niente. ( si risiede)
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