Storia teatrale di Miriana Ronchetti iscritta come autrice alla SIAE con posizione autore 95069
Durata circa 60’
E chi meglio di San Francesco si è messo in cammino con la consapevolezza che dio, magnifico e perfetto ingegnere, non fosse sempre al suo fianco? San Francesco è molto amato dai fanciulli per l’amore ed il profondo rispetto che provava nei riguardi di ogni cosa. Vorremmo far capire che amando e lodando il creato, amiamo e lodiamo il Creatore. Oggi stiamo vivendo un periodo di profonda crisi; lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo. Questa cultura del “tutto e subito”, del danaro fondamentale, della tecnologia estrema, dello scarto di ciò che è ritenuto “sorpassato” tende a diventare una moda, che contagia tutti. La vita umana, la vita delle persone non è più sentita come valore principale da onorare e rispettare, specie se è povera o diversa, sfortunata, senza mezzi, se non serve più a qualcosa, a produrre (bambini e anziani). Questa società ci ha resi insensibili a troppe cose, alla vita stessa, quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono per la fame, la guerra, le ingiustizie e la malnutrizione» La Natura non è più considerata. Occorre gridare questo, al mondo:” sos Umanità”
Trama
Un gruppo di ragazzi in gita scolastica viene fermato dal “tempo”. Un imprevisto, un vuoto di carburante nel pullman sul quale viaggiano, li obbliga a fermarsi in un luogo particolare, quasi magico, lontano dalla realtà attuale, un luogo del passato che si svela ai loro occhi nella totalità della sua bellezza. I ragazzi, abituati ad avere ogni comodità e tutto risolto, sembrano spiazzati, persi. Nella ricerca di un luogo sicuro per la notte, finiscono in un teatro. Qui incontrano un giovinetto, (forse un attore) che racconta loro una storia bellissima…la storia di Francesco, giullare di Dio. Chi è quel ragazzino? Cosa vuole comunicare ai giovani amici? Si instaura così fra di loro un rapporto singolare di ascolto e complicità tanto da travalicare il confine del tempo e del rapporto attore spettatore. Un gioco singolare fatto di “sentire” e “guardare”; un gioco che non ha né costo, né paragone da tanto che è bello; un gioco che lascia in loro qualcosa di indelebile e prezioso. L’arrivo del giorno, li scioglie da quell’incanto lasciando nei loro cuori e nelle menti una scia di pensieri e stimoli che li porterà ad affrontare la vita in modo meravigliosamente diverso. La loro preoccupazione sembra non avere più un senso; quello che prima era importante, ora è inutile, di minimo conto. Quello che non sapevano notare, ora è di primaria importanza: la natura, l’amore per le meraviglie del Creato, che ogni giorno fanno da cornice al nostro vivere in questo mondo.
ANTEPRIMA
DOLCE SENTIRE…FRANCESCO GIULLARE DI DIO
Scena vuota, nessun oggetto, nessun impedimento. Buio totale. Sipario chiuso. Dopo pochi secondi entrano una ventina di bambini dalla platea come se stessero arrivando dalla strada. Si dirigono verso il palco ma anche restando a metà sala, voltati verso le persone. Rimangono in piedi, quasi impacciati. Sono piuttosto preoccupati; entrano in modo caotico e alcuni sbuffando.
1° …scusate…ecco signori, scusate ma questo posto è l’unico aperto…
2° davvero…non volevamo proprio irrompere così…
3° ci voleva proprio questa…ma, io dico…se devi andare lontano…perché non fai il
pieno del carburante???? Me lo dici?? Il pienoooo! Ma cosa ci vuole???
4° e poi ci voleva anche la pioggia…e fermarci in mezzo al deserto…oh mamma mia…
5° Esageratooo! Non siamo nel deserto …siamo in Italia; soltanto in piena campagna…
Agostino …siete liberi di farlo…liberi come messer vento…limpidi come nostra sorella acqua, animosi come messer fuoco…
Maria …vi porteremo ad ascoltare lo scorrere dell’acqua, il suono delle frasche…la voce degli uccelli
Damiano …respirerete il profumo della terra dopo la pioggia e prima della pioggia…
Federico conteremo insieme le stelle e a loro parleremo…guarderemo la luna…sarà
bello e saremo contenti…non avremo bisogno di niente altro
7° questo è un teatro…e noi non siamo attori…del resto era l’unico luogo illuminato…Strano, un teatro in aperta campagna…e tutta questa gente…
8° beh…non ci rimane che spiegarvi…ecco (intanto sale sul palco mentre gli altri rimangono sparsi in platea)…io mi chiamo…(si presenta) e loro (li invita a salire) dai amici, salite anche voi, dobbiamo spiegarci… (salgono un po’ impacciati)
9° ecco…non c’è molto da dire…noi non siamo qui per fare uno spettacolo ma per sbaglio…perché…non so come dirlo…
10° Molto facile: eravamo sul pullman per la gita, stavamo andando in Umbria.. e…
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Bambino 3 Anch’io provo la stessa cosa, una mancanza… cosa vorrà dire?
Bambino 3 Mi danno fastidio questi pensieri che non trovano un ordine…
Bambino 4 Ascoltate…il canto degli uccelli…
Improvvisamente quasi contemporaneamente, si ricordano
Bambino 5 Dove sono andati i nostri amici? Chiara!! Francesco!!
Bambino 6 …non riusciamo a capire. Dove siete? Eppure, erano con noi…abbiamo cantato, ci hanno raccontato cose importanti della vita…
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